Finanziere Zara Antonio
Medaglia d'Oro al Valor Militare "alla memoria
Antonio Zara nacque a San Felice del Molise (CB) il 20 novembre 1953. Si arruolò nel Corpo della Guardia di Finanza il 10 novembre 1972, appena diciannovenne, frequentando il corso allievi presso il II Battaglione di Portoferraio, venendo successivamente destinato al III Battaglione di Mondovì per il completamento dell'attività addestrativa.
Terminato il periodo di formazione, il 10 agosto 1973 il neo finanziere fu trasferito alla Compagnia Aeroporti di Roma, assegnato alla Compagnia Speciale di Sicurezza dell'Aeroporto internazionale "Leonardo Da Vinci" di Fiumicino.
La strage di Fiumicino del 17 dicembre 1973
Il sacrificio del finanziere Antonio Zara si inquadra nel periodo in cui comparve in modo stabile il "terrorismo internazionale", una nuova tipologia di terrorismo che si proponeva di richiamare l'attenzione della Comunità internazionale sulle vicende interne - in questo caso palestinesi - portando la violenza al di là dei propri confini geografici.
Il 17 dicembre 1973, alle ore 12.50, nell'Aeroporto di Fiumicino ci fu una cruenta incursione di un commando palestinese che assaltò un boeing della Pan-Am in partenza per Beirut, causando 30 vittime. Onde assicurarsi la fuga, i terroristi catturarono degli ostaggi e si diressero sulla pista verso un aereo Lufthansa, pronto al decollo. Il finanziere Antonio Zara, che si trovava in servizio di vigilanza doganale nei pressi del velivolo, tentò una disperata reazione, alla quale i palestinesi risposero vigliaccamente con una raffica di mitra che ne stroncò la giovane vita.
È stato riconosciuto "Vittima del terrorismo" con D.P.R. in data 29 marzo 2010 e, con decreto rilasciato dal Capo della Polizia, gli è stato concesso lo status di "Vittima del Dovere".
Con D.P.R. in data 14 maggio 1974 è stata conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare "alla memoria" del finanziere Antonio Zara, con la seguente motivazione:
«Giovanissimo finanziere in servizio nell'aeroporto intercontinentale di Fiumicino, si lanciava da solo, arma in pugno, ad affrontare un gruppo di terroristi che, dopo aver catturato degli ostaggi e compiuto una violenta azione di fuoco, correva verso un aereo fermo sulla pista.
Sorpreso da altro terrorista sopraggiunto dietro di lui e costretto dall'arma puntatagli alle spalle ad avviarsi in direzione dell'aereo, che il commando intendeva usare per la fuga, pur consapevoIe del sacrificio cui andava incontro, del quale non potevano lasciargli il minimo dubbio la spietata risolutezza dell'aggressione e la determinazione feroce dei terroristi, tentava una disperata reazione ed era fulminato da un colpo sparatogli alle spalle.
Il cosciente suo olocausto rifulge come prova suprema della volontà eroica d'esser fedele al dovere giurato e come esempio sublime d'incoercibile anelito ad opporsi con la vita stessa contro il brutale disprezzo della legge umana e civile. Aeroporto di Fiumicino, 17 dicembre 1973».
Ricerche storiche e biografia realizzate dal Maggiore Gerardo Severino