Brigadiere Cainero Valter

Valter Cainero è nato a Udine il 3 maggio 1950, nel 1978 prestava servizio presso la 10^ Legione di Napoli.

L'attentato di Capodichino del 19 dicembre 1978

Nella notte del 19 dicembre 1978, tre giovani si introdussero nell'aeroporto di Capodichino (NA), ove in un hangar stazionavano quattro elicotteri della locale Sezione Aerea del Corpo. Il brigadiere Cainero, intervenuto prontamente, venne inizialmente investito dalla deflagrazione di un ordigno deposto nell'aviorimessa. Individuato uno degli autori del gesto, il quale si apprestava a fuggire verso il muro di cinta, il sottufficiale ingaggiò con lui una colluttazione, finché non giunsero altri suoi due complici che gli indirizzarono dei colpi di arma da fuoco, colpendolo al fianco e consentendo così all'attentatore di divincolarsi. Nel corso del conflitto a fuoco, che riprese mentre i tre fuggivano, uno dei criminali venne probabilmente ferito.

Al termine della sparatoria Cainero avvertì i superiori, poi si recò sul luogo ove si stava sviluppando l'incendio causato dall'esplosione e cominciò a spegnerlo, evitando che le fiamme si propagassero alle taniche di cherosene stivate all'interno dell'hangar, provocando danni incalcolabili. Lì, accanto alle fiamme, con l'estintore in mano, è stato raggiunto dai suoi commilitoni, che lo trasportarono in ospedale.

È stato riconosciuto "Vittima del Terrorismo, con D.P.R. in data 11 aprile 2011.

Con D.P.R. in data 11 maggio 1979 è stata conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare al brigadiere Valter Cainero, con la seguente motivazione:

«In servizio presso una sezione aerea del Corpo dislocata in un aeroporto militare sorprendeva in tempo di notte un gruppo di terroristi armati nell'atto di compiere un grave attentato a mezzo di ordigni esplosivi di alto potenziale presso un'aviorimessa in cui erano ricoverati quattro elicotteri.

Con insigne coraggio si lanciava da solo contro gli aggressori e dopo violenta colluttazione riusciva a fermarne uno che era costretto a lasciare perché ferito all'addome ed al fianco da uno dei vari colpi di pistola sparati contro la sua persona. Benché gravemente menomato e sanguinante con eccezionale lucidità e sprezzo del pericolo rispondeva ripetutamente al fuoco degli aggressori ponendoli in fuga.

Consapevole del grave rischio entrava nell'aviorimessa dove era già scoppiata una bomba provocando un principio d'incendio e chiedeva telefonicamente l'intervento del proprio comando. Usciva dal locale poco prima dell'arrivo degli altri militari e dello scoppio di un altro ordigno esplosivo i cui effetti venivano prontamente annullati. Il suo ardito comportamento, fulgido esempio di attaccamento al dovere e testimonianza eroica di virtù militari, determinava il sostanziale fallimento dell'attentato. Aeroporto di Capodichino (Napoli), 19 dicembre 1978».

Ricerche storiche e biografia realizzate dal Maggiore Gerardo Severino

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