Le Fiamme Gialle, il cappello alpino e il fregio del Corpo

Il Regio Decreto 10 novembre 1875, n. 2792, avente per oggetto “Nuove Divise per le Guardie Doganali”, introdusse per le uniformi delle Guardie Doganali del ramo terra una nuova giubba, simile a quella adottata nel 1872 dal Regio Esercito.
La novità più importante fu rappresentata dalla presenza delle prime “asole” a due punte di panno giallo vivo, cucite a circa 3 mm di distanza dalla filettatura esterna del bavero. Queste particolari mostreggiature, a partire dal 1897, con l’emanazione delle nuove “Istruzioni sulla divisa della Regia Guardia di Finanza”, assumeranno l’attuale denominazione di “fiamme gialle”.
Tale mostreggiatura, appositamente introdotte per il Corpo delle Guardie Doganali, riprendeva graficamente le c.d. “lingue di fuoco”, dette anche “volute di fiamma”, rappresentate, sin dal 1815, agli angoli dei cantoni della Bandiera Colonnella (vessillo che era il simbolo del Colonnello Comandante e ne identificava la posizione e l’autorità sul campo di battaglia) della Legione Reale Piemontese, uno degli antichi Corpi dei Finanzieri preunitari. Con il Regio Decreto 14 luglio 1907, n. 556, le fiamme saranno poi sormontare dalle “stellette a cinque punte, come segno caratteristico della divisa militare”, simbolo comune dell’appartenenza alla grande famiglia delle Forze Armate.
Sempre con il Regio Decreto 10 novembre 1875, n. 2792, gli appartenenti al Corpo adottarono il primo cappello alpino, c.d. “a bombetta”, lo stesso copricapo speciale assegnato alle Compagnie Alpine il 24 marzo 1873. Il particolare copricapo, che andava a sostituire il vecchio chepì, era “di feltro tinto in verdone, di forma tronco-conica sormontato da una calotta sferica e munito in fondo di un’ala leggermente incurvata sul dinanzi e sul dietro e rialzata alle parti laterali… In fronte del Cappello è collocato inferiormente uno stemma di metallo giallo (si trattava del fregio, in lastra di ottone brunito, identico a quello posto in precedenza sui chepì e riproducente lo stemma sabaudo, composto dal relativo scudo sormontato dalla corona reale). Al lato sinistro è posta una coccarda in lana del diametro di mm. 50, munita al suo centro di un bottone di metallo giallo… Una penna di corvo dell’altezza di mm. 140 e larga in media da 30 a 35 mm. Viene posta sotto la coccarda”.
Con la circolare 30 giugno 1892, n. 2325/Massa, in sostituzione dello stemma sabaudo, venne introdotto il primo fregio appositamente ideato per il Corpo della Regia Guardia di Finanza, composto da “una cornetta da cacciatore, racchiudente una granata con fiamma nel cui disco centrale vi era stampata una croce piana, detta di Savoia; da due carabine incrociate e da altri elementi araldici, quali l’alabarda, la piccozza e le fronde di quercia e di alloro”.