La consegna dello Spadino
Lo spadino trae origine da un’antica tradizione marinara: era un'arma corta impiegata dai giovani Ufficiali che, a bordo delle unità navali, non potevano svolgere agilmente il loro servizio utilizzando la lunga sciabola tipica della fanteria. Successivamente lo spadino divenne sinonimo di “giovane” o “allievo” Ufficiale, diffondendosi come tradizione anche tra le altre Istituzioni militari. La Guardia di Finanza lo adottò per i propri Allievi Ufficiali agli inizi degli anni ’60. È costituito da una lama d’acciaio con impugnatura in madreperla sovrastata dalla “torre italica”, per guardia due teste di grifone dorate; sul fodero, laminato d’oro come l’impugnatura, sono riportati lo stemma dell’Accademia, la “stella” distintiva della militarità e ornamenti classici. Allo spadino è indissolubilmente legata la cerimonia della sua consegna da parte degli “Anziani” ai “Cappelloni” (gli allievi del 1° anno di Accademia). La cerimonia, semplice nello stile, ma ricca di significato, mantiene fede alla tradizione dell’affiliazione accademica quale monito a seguire i valori fondanti dell’onestà, della lealtà, della professionalità, della responsabilità, del senso del dovere e dello spirito di sacrificio, riproponendoli quali costanti principi di riferimento. Dello spadino si dice che colui (o colei) che lo estrae per primo dal fodero sarà legato in maniera inscindibile al cadetto. Di qui l’usanza di far sfoderare lo spadino la prima volta dalla madre e, da quando le Accademie sono aperte al personale femminile, dal padre.