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Nel gennaio del ’96 il Gruppo Sciatori Fiamme Gialle aprì una sezione agonistica dedicata all’arrampicata sportiva della quale fecero parte, negli anni, i finanzieri Massimo Da Pozzo, Attilio Munari, Riccardo Scarian, Cristian Brenna e Flavio Crespi. Furono proprio questi ultimi due atleti, Brenna e Crespi, a regalare alle Fiamme Gialle le maggiori soddisfazioni in termini di risultati. Il climber lombardo Flavio Crespi fu, infatti, l’arrampicatore italiano ad aver ottenuto più successi in gare di Coppa del Mondo (6) ed è anche l’unico azzurro ad aver vinto la classifica finale di Coppa del Mondo, nella specialità della difficoltà, (stagione 2005). Egli vanta pure due terzi posti ottenuti nel 2004 e nel 2006 (nel 2010, a Courmayeur (AO), durante I primi Giochi Mondiali Militari, dei quali parleremo in seguito, vinse la medaglia di bronzo nella gara di arrampicata sportiva, specialità lead. Il finanziere di Busto Garolfo (MI), vincitore, nel 2008, anche della classifica finale di Coppa del Mondo "lead", chiuse la gara alle spalle dello sloveno Klemen Becan, medaglia d'oro, e dell'austriaco Killian Fischhuber vincitore dell’argento). Cristian Brenna, invece, sfiorò la conquista della Coppa del Mondo nel 1998 chiudendo la stagione al secondo posto. Nel suo palmares figurano anche due terzi posti, nelle stagioni 1996 e 2000., mentre l’aspetto più importante da rilevare è che tutti gli atleti che facevano parte della Sezione Arrampicata Sportiva continuano a prestare servizio d’Istituto nel SAGF: il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.
Ma l’agonismo, per le Fiamme Gialle, è soprattutto olimpismo e, quindi, ad anticipare le Olimpiadi Estive, che calamiteranno l’interesse universale, ci pensarono proprio gli sport della montagna: lo sci alpino e il biathlon con i finanzieri del Gruppo Sciatori impegnati a vincere medaglie durante I rispettivi mondiali. In Sierra Nevada (Spagna), il finanziere Kristian Ghedina, nella discesa libera, conquistò l’argento mondiale. A Ruhpolding, in Germania, invece, il finanziere Renè Cattarinussi vinse, nel biathlon, due medaglie di bronzo: una nei 10km sprint e l’altra nei 20km a squadre. Un ennesimo successo sulle nevi mondiali dei finanzieri di Predazzo sempre più preparati ed agguerriti.
Ma questo fu soprattutto l’anno dei Giochi Olimpici Estivi assegnati ad Atlanta, ai danni di Atene che li voleva per celebrare il centenario dalla nascita dei Giochi moderni. Atene aveva contrastato ad Atlanta l’Olimpiade del “Centenario”, ma aveva perso poiché era la capitale della Georgia è la città della Coca-Cola, uno degli sponsor che più si sono legati ai Giochi Olimpici e lo sgarbo fu fin troppo evidente. In molti avevano sperato che il ricordo della storia avesse un suo peso specifico, ma non fu così. Le Olimpiadi emigrarono ancora una volta in territorio statunitense, ed era la quarta volta. A distanza di 12 anni, da Los Angeles 1984, gli Stati Uniti d’America ebbero, quindi, nuovamente l’onore e l’onere di ospitare i Giochi Olimpici. Le Fiamme Gialle, sotto la spinta riformatrice del Gruppo Polisportivo, prima, e del Centro Sportivo, dopo, ebbero la possibilità di inserire nella Delegazione italiana un consistente numero di atleti, delle diverse discipline sportive, che si comportarono in maniera eccellente.
Ma vediamo da vicino il comportamento degli atleti gialloverdi. In questa edizione salì definitivamente alla ribalta Roberto Di Donna che, nel tiro a segno, vinse la medaglia d’oro nella gara con la pistola ad aria compressa. Fu anche il primo oro per l'Italia, in ordine cronologico nell’edizione olimpica, ed arrivò pure in maniera rocambolesca. Ad un tiro dalla fine era in testa il cinese Yifu Wang, con un vantaggio praticamente incolmabile. Il cinese però cedette all'emozione e sbagliò clamorosamente l'ultimo tiro mentre Di Donna lo scavalcò in extremis. Un decimo di punto in più del cinese Yifu Wang, il quale si “sparò sui piedi” all’ultimo tiro buttando via un oro che era già vinto: 10.4 per Di Donna e 6.5 per Wang, un punteggio assurdo, prima di stramazzare per delusione e tensione al suolo. Così, mentre sventolano i tricolori, si dovette ricorrere alle bombole d'ossigeno per rianimare il povero Wang accasciato su di una sedia. Lo portarono fuori dalla sala di gara in barella e con la maschera ad ossigeno, come fosse la marionetta di un teatro dell’assurdo.
Per lui, dopo la delusione, il ricovero in ospedale e neppure la soddisfazione di salire sul podio per ritirare la medaglia d’argento. A due passi, in quella bolgia di gioia e dolore che e' l’Olimpiade, Di Donna stava abbracciando tutti, scuoteva la testa, parlando a raffica. L’atleta del maresciallo Flavio Erriu, direttore tecnico del tiro gialloverde, e del comandante Vittorio Giusto, vinse la prima medaglia d’oro nella storia della Guardia di Finanza alle Olimpiadi estive (Di Donna e fu anche il primo tiratore al mondo di pistola a vincere nello stesso anno la medaglia d’oro in due specialità della finale di Coppa del Mondo). Tornando alle gare olimpiche del tiratore gialloverde, all’oro si aggiunse pure la medaglia di bronzo vinta nella pistola libera. Nell’anno Di Donna vinse anche la medaglia di bronzo nella pistola libera all’europeo a squadre di Budapest (Ungheria). Nell’evento, a livello individuale, il finanziere Gabriele Posillipo vinse una splendida medaglia d’argento nella carabina ad aria compressa da 10 metri. Roberto Di Donna fu anche “Atleta dell’anno”, sempre su designazione della stampa specializzata internazionale.
Nella canoa fece furore il grandeur Antonio Rossi che divenne, in breve, ancor più un personaggio da copertina anche perché le donne stravedevano per lui. Rossi vinse due medaglie d’oro nel K1 500 e, in coppia col poliziotto Daniele Scarpa, nel K2 1000. Fu l’unico atleta italiano a vincere due medaglie d’oro durante l’Olimpiade e questo accrebbe, oltremodo, la sua fama. Lo stesso Scarpa fu artefice dell’argento nel K2 500 insieme a Beniamino Bonomi, quest’ultimo vinse pure l’argento nel K1 1000. Insomma per la canoa italiana, e gialloverde, fu un vero trionfo.
Il canottaggio non fu da meno e riuscì a vincere la medaglia d’oro nel “due di coppia” formato dal finanziere Agostino Abbagnale, e da Davide Tizzano il quale, dopo aver vinto la Louis Vuitton Cup, come grinder del “il Moro di Venezia”, volle riprovare a vincere anche nel canottaggio insieme ad Agostino. Sfiorò anche il podio (4°) il “quattro di coppia” assoluto sul quale era imbarcato Massimo Paradiso e Alessio Sartori, mentre il triestino Riccardo Dei Rossi, in “quattro senza”, si piazzò sesto, i finanzieri Michelangelo Agatino Crispi e Marco Audisio, in “doppio” assoluto, si fermarono in ottava posizione analogamente al “quattro senza” pesi leggeri di Ivano Zasio. Nono posto pure per l’ammiraglia timonata da Vincenzo Di Palma. Per il canottaggio delle Fiamme Gialle, oltre alla medaglia olimpica, fu anche l’anno che vide alla conduzione tecnica Antonio Maurogiovanni il quale affiancherà, nel settore assoluto, Gilberto Moretti (Moretti lascerà il ruolo di tecnico al termine della stagione 1998).
Andò bene anche il judo che vinse la medaglia d’argento nella categoria dei -60kg grazie al finanziere Girolamo Giovinazzo – bronzo pure per Ylenia Scapin, ma non è ancora atleta gialloverde –. Giovinazzo, nell’anno a L’Aja (Olanda), sempre nella stessa categoria di peso, vinse pure la medaglia di bronzo individuale all’Europeo senior.
La partecipazione olimpica dell’Italia fu da incorniciare poiché con 35 medaglie conquistate, e ben 13 ori, raggiunse il 6° posto nel medagliere per Nazione vinto dagli americani. Per le Fiamme
Gialle fu un successo epocale che coinvolse tutto lo sport gialloverde poiché furono vinte ben 8 medaglie olimpiche: 4 d’oro (2 canoa, 1 canottaggio, 1 tiro), 3 d’argento (2 canoa, 1 judo), 1 di bronzo (tiro). La più grande soddisfazione fu quella di “giocare” immaginando la squadra gialloverde alla stregua di una Nazione che, in un ipotetico e improbabile medagliere per Nazione, si sarebbe saldamente attestata al 18° posto dietro a Repubblica Ceca (11 medaglie) e davanti alla Svizzera (7 medaglie).
Ma alle Olimpiadi parteciparono anche gli uomini dell’atletica leggera gialloverde, posti agli ordini del Capitano Gabriele Di Paolo – un Ufficiale appassionato di sport, e dalla dialettica forbita, che tuttora dirige il I Nucleo, dal quale dipendono i settori dell’atletica gialloverde, con sagacia organizzativa che gli ha permesso anche la gestione di numerosi eventi sportivi in tutta la Penisola – tra i quali anche il finanziere Arturo Di Mezza che, nella 50km di marcia, terminò in recupero in quarta posizione. Per un momento sembrò aver ottenuto il bronzo, perché lo spagnolo Valenti Massana, che comunque era gravato da due proposte di squalifica, non era apparso nell’ordine d’arrivo, ed immediatamente si era sparsa la voce di una sua squalifica, cosa per altro destituita di ogni verità. Col tempo di 3h44’52” aveva ottenuto quella che, per lui, era stata la sua miglior prestazione di sempre sulla 50km. Non sarebbe potuto arrivare ai Giochi Olimpici in maniera migliore: l’unico rammarico il recupero, forse un po’ troppo tardivo. Con un po’ di più spregiudicatezza forse sarebbe riuscito a colmare il gap di 33” che, alla fine della gara, lo separò dal bronzo. Davanti a Massana, terzo con 3h44’19”, si piazzarono il russo Mikhail Shchennikov, argento con 3h43’46”, ed il polacco Robert Korzeniowski, campione olimpico col tempo di 3h43’30”. Il finanziere Di Mezza partecipò pure alla prima edizione della Coppa Europa di Marcia, di La Coruña (Spagna), dove conquistò l’argento nella 50km, col tempo 3h52’36”. Nello stesso evento, e nella stessa distanza, i finanzieri Orazio Romanzi e Paolo Bianchi si piazzarono, rispettivamente, quinto e settimo.
Inseriti nella squadra olimpica v’erano pure Fabrizio Mori (6° nei 400hs), Enrico Sgrulletti (9° nel martello), Corrado Fantini (11° nel peso) e poi ancora un folto gruppo di atleti che non superano le semifinali, ma che lottarono fino alla fine per arrivare il più vicino possibile ai migliori.
Oltre alle Olimpiadi è bene rimarcare la partecipazione dell’atletica gialloverde agli Europei indoor, di Stoccolma (Svezia), durante i quali il velocista Ashar Saber vinse la medaglia di bronzo nei 400m, col tempo di 46”85, mentre Corrado Fantini, nel peso, sfiorò il podio e si fermo in quarta posizione con un lancio di 19.79m. La Coppa Europa di Madrid (Spagna), fece registrare una serie di medaglie per l’atletica gialloverde a partire da quella d’oro vinta da Fabrizio Mori nei 400hs, col tempo di 49”45, nella 4x100m Giovanni Puggioni vinse l’argento, col tempo di 38”66, insieme ai compagni di casacca Giovanni Cipolloni ed Ezio Madonia. Enrico Sgrulletti, nella continua ricerca di un risultato che lo avrebbe fatto entrare nella storia del martello, raggiunse la medaglia di bronzo con un lancio da 77.44m. L’atletica italiana concluse l’anno col rinnovo delle cariche dirigenziali e, durante l’Assemblea di Rimini, venne rieletto, per il quadriennio 1997-2000, il Colonnello Gianni Gola.
Il nuoto gialloverde, pur non avendo avuto risonanza olimpica, partecipò al Campionato Europeo indoor e sprint (vasca da 25 metri), dove conquistò la medaglia d’argento nella staffetta 4x50 metri mista grazie ai finanzieri Luca Belfiore, Domenico Fioravanti e René Gusperti.
Per la vela gialloverde, invece, l’anno fu caratterizzato dalla vittoria della medaglia d’argento in J/24 nell’europeo svedese. L’equipaggio era formato da Paolo Cian, Enzo Di Capua, Francesco De Vita, Guido Antar Vigna e Pierluigi Fornelli. Ma l’attenzione dei media, e del mondo sportivo in genere, si focalizzò sulla prima partecipazione della Guardia di Finanza al Giro d’Italia a Vela. Il Girovela, come viene comunemente chiamato l’evento nautico, nacque nel 1989 e l’organizzazione fa capo a Cino Ricci, il popolare skipper di Azzurra nella Coppa America del 1981. Fu un evento itinerante che approdò in vari porti italiani e la vela gialloverde vi partecipò piazzandosi al terzo posto in classe JOD e con un’alternanza, in equipaggio, di ben quindici velisti. La Sezione Vela Fiamme Gialle, oltre alla partecipazione del ’96, vi prese parte ininterrottamente dal 1998 al 2007 vincendo il Girovela nel 2000 e nel 2003 in classe G34; arrivando secondo nel 1999, 2001, 2006 e 2007 sempre in classe G34, mentre si piazzò al terzo posto, oltre al 1996, anche negli anni 1998, con classe JOD, e nel 2002 con classe G34.
Nel karate, infine, sempre il lotta con il CIO per entrare nel novero delle discipline olimpiche, gli atleti gialloverdi parteciparono ai mondiali senior di Sun City (Sud Africa) dove vinsero tre medaglie di bronzo: nel kata a squadre (Luca Valdesi), kata individuale (Lucio Maurino) e kumite 75kg con Gennaro Talarico. Altre medaglie importanti furono vinte dai karateki gialloverdi ai campionati Europei di Parigi dove Gennaro Talarico e Davide Benetello conquistarono un argento a testa nel kumite, rispettivamente, nei 75 e negli 80 chilogrammi, mentre dal kata arrivò l’argento anche per Maurino. A livello internazionale gli Juniores non mancarono di mettersi in evidenza negli appuntamenti più importanti, come Edgardo Artini, argento agli Europei di Istanbul, mentre nella stessa gara Artini, insieme a Corrado Ferrara e Salvatore Loria conquistarono il bronzo a squadre. Nella categoria junior però il risultato più prestigioso arrivò soprattutto da Luca Valdesi che vinse l’oro ai mondiale junior di Johannesburg (Sud Africa), mentre Ferrara e Artini vinsero la medaglia di bronzo nel kumite a squadre.