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L’anno fu caratterizzato, per quanto riguarda lo sport olimpico, dallo svolgimento della seconda edizione dei Campionati Mondiali di Atletica Leggera che si svolsero a Roma nella splendida cornice dello stadio olimpico. L’Italia si aggiudicò due medaglie d’oro; due d’argento ed una di bronzo. Un mondiale che sarà ricordato anche per il salto “allungato” di Evangelisti e per la perfetta organizzazione che contribuì al successo di quest’evento che, inizialmente, si disputava ogni quattro anni, mentre dal 1991 si disputerà ogni biennio. L’atletica Fiamme Gialle vi partecipa con Sandro Bellucci, 6° nella 50km di marcia (3h48’52”), Paolo Catalano, 7° nella 4x100m (39”62), Marco Martino, 12° nel lancio del disco (60.60m), e Luigi Bertocchi che, nei 110hs, si fermò nelle qualificazioni (6° in batteria col tempo di 14”02).
Ai Campionati Europei Indoor, svoltisi a Liévin (Francia) il finanziere Antonio Ullo, atleta caratterizzato da una partenza bruciante e per questo specialista soprattutto delle gare indoor proprio nei 60m fu, infatti, medaglia di bronzo, mentre ai mondiali indoor di Indianapolis (USA) si piazzò quarto nella gara vinta dallo statunitense Maurice Greene (negli anni successivi si piazzò ancora 6º, sempre sui 60m, agli Europei indoor di Budapest 1989). Con Ullo agli Europei francesi parteciparono, senza brillare eccessivamente, anche Paolo Catalano (semifinalista nei 200m), Luigi Bertocchi (semifinalista nei 60hs) – Bertocchi arrivò 5° in batteria nella stessa distanza anche ai mondiali indoor di Indianapolis – e Stefano Cecchini (800m). In Coppa Europa, a Praga, Paolo Catalano, frazionista nella 4x100m, vinse la medaglia di bronzo col tempo di 39”55, sempre nello stesso evento Luigi Bertocchi, nei 110hs, si piazzò ottavo.
A Latakia, in Siria, dal 16 al 25 settembre si disputarono i Giochi del Mediterraneo e la nazionale azzurra conquistò ben 35 medaglie. Le Fiamme Gialle diedero alla nazionale nove atleti che vinsero, in totale, quattro medaglie (due d’oro e tre di bronzo). Le medaglie d’oro furono vinte nell’atletica da Marco Martino, nel disco con un lancio di 60.94m, e da Paolo Catalano, nella 4x100m, corsa insieme Enzo Madonia, Stefano Tilli e Sandro Floris, col tempo di 39”67. Nei 5000m Ranieri Carenza si piazzò quarto, mentre due quinti posti arrivarono, rispettivamente, da Luigi Bertocchi (110hs) e Giancarlo Biscardini (triplo). Salvatore Nicosia si dovette contentare, invece, dell’ottavo nei 10000 metri. Le medaglie di bronzo arrivarono dal judo, con Girolamo Giovinazzo sul podio sul podio dei 60kg, e dal nuoto con i finanzieri Andrea Cecchi, nei 200 rana, e Marco Benedetti, nei 200 metri farfalla.
L’anno agonistico proseguì ed arrivano i successi anche nel karate che, in Scozia, salì alla ribalta grazie alla tenacia del finanziere Achille Degli Abbati il quale, al termine di un cruento combattimento, conquistò nella categoria 70kg il primo titolo di campione europeo assoluto per le Fiamme Gialle. Fu un successo epocale per questa disciplina poiché, pur non essendo olimpica, continuò a far parlare di se e degli atleti gialloverdi i quali continuavano a minare sempre più il dominio incontrastato dei Paesi orientali. Anche il judo gialloverde fece sentire l’acuto grazie ai finanzieri Daniele Bertini, Massimo Sulli, Antonio Carrozzo che, durante i Campionati Mondiali militari di San Diego (USA), vinsero, rispettivamente, le medaglie d’argento nei -78kg, e due medaglie di bronzo nei -95kg e nei -71kg, mentre, insieme, conquistarono il titolo di campione del mondo a squadre.
Nel canottaggio, durante i mondiali danesi di Copenaghen, i finanzieri Alfredo Bollati, Annibale Venier e Paolo Trisciani, quest’ultimo al timone, vinsero la medaglia bronzo con l’ammiraglia del canottaggio (l’”otto fuoriscalmo”), mentre Giuseppe Carando e Antonio Maurogiovanni vinsero, invece, un altro bronzo nel “quattro con”. Dalle Universiadi di Zagabria, sempre da Carando e da Maurogiovanni, arrivò la medaglia d’argento ancora in “quattro con”.
Tra le fila delle canoa gialloverde fanno il loro ingresso, sempre individuati da Tronchin, I finanziere Bruno Dreossi e Beniamino Bonomi (una coppia che, inserita nel K4 500, si piazzò al 9° posto nel mondiale 1987), mentre sul finire degli anni ’80 si arruolò nel Corpo anche Antonio Rossi: tre atleti che, in seguito, saranno protagonisti del sport nazionale contribuendo a scrivere la storia della canoa italiana e delle Fiamme Gialle. Intanto fu questo l’anno durante il quale le Fiamme Gialle, sempre più alla ricerca del risultato da podio, vinsero nuovamente medaglie nel kayak grazie al K1 1000 di Alessandro Pieri che conquistò l’argento alle Universiadi di Zagabria.
Una medaglia che arricchì anche la Federazione Italiana Canoa Kayak la quale, il 30 aprile 1987, fu riconosciuta ufficialmente dal CONI divenendo la trentottesima Federazione nazionale. Per quanto riguarda il cambio al vertice del 3° Reparto Atleti di Sabaudia, al quale facevano capo la canoa e il canottaggio, il 3 agosto 1987 l’allora Maresciallo Maggiore Gaetano Bellantuono (in seguito promosso Ufficiale) assunse il Comando dello sport remiero Fiamme Gialle in sostituzione del Maresciallo Pasquale Giordano che, per limiti d’età, dovette lasciare il Reparto (Giordano, dopo una vita dedicata allo sport ed alla Guardia di Finanza, si spense il 9 gennaio 1993 all’età di 67 anni).