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Nel gennaio del 1985 il mondo dello sport invernale italiano, impegnato a seguire i mondiali di sci alpino di Bormio e Santa Caterina Valfurva, ignorò quasi del tutto la spedizione del fondo azzurro al di là delle Alpi, appena trenta chilometri dopo il confine del Brennero nella piana tirolese di Seefeld (Austria). Di lì a poco però l’attenzione per i mondiali di fondo iniziò a salire poiché nella 30km lo svedese Gunde Svan vinse la prima medaglia d’oro del mondiale ed il clan azzurro era in festa per il settimo posto di Giorgio Vanzetta. Una festa che continuò dopo la gara della 15km, la corsa dei levrieri, durante la quale Giorgio Vanzetta si piazzò quarto, mentre nella staffetta 4x10km il quartetto azzurro composto da Giorgio Vanzetta, Maurilio De Zolt, Marco Albarello e Giuseppe Ploner, vinse la medaglia d’argento mondiale dietro alla Norvegia (oro).
Tra le discipline estive, invece, arriva la vela anche se la presenza velica nella Guardia di Finanza affonda le radici già all’epoca della Scuola Nautica di Pola (Istria). In seguito costituì particolare motivo di orgoglio per la Scuola Nautica di Gaeta che, dal dopoguerra, era il centro culturale e formativo per tutti i finanzieri del Servizio Navale in Italia. L’attività velica, con modalità agonistiche, iniziò, invece, nel 1985 poiché dalla primaria esigenza di addestrare il personale alle mansioni di servizio si intravide anche la possibilità di partecipare, con atleti militari, a manifestazioni di carattere nazionale e internazionale. Arrivarono, quindi, anche gli accordi con il CONI e la Federazione Italiana Vela e, in tale culla per le arti marinaresche, l’attività velica, da sempre considerata la regina tra le discipline dell’acqua, trovò la sua perfetta e naturale collocazione nel Golfo di Gaeta. Per questo, su iniziativa dell’allora Maggiore Salvatore Mistretta, venne istituita dal Comando Generale del Corpo la Sezione Vela Fiamme Gialle, diretta inizialmente dal brigadiere mare Luigi Montanaro, e posta alle dirette dipendenze della Scuola Nautica.
Nell’Atletica italiana entrò ufficialmente il “Prize Money” voluto dalla IAAF che istituì il “Gran Prix” consistente in un ciclo di Riunioni Internazionali alla fine delle quali furono previsti, per la prima volta, consistenti premi in denaro per i primi classificati di ogni specialità (da 10.000 dollari per il primo, fino a 1.000 per il sesto) oltre a premi addizionali, per i primi quattro della Classifica Generale (stilata in base alla Tabella di Punteggio IAAF), di 25.000 dollari per il primo fino a 5.000 per il quinto classificato. Per quanto riguarda gli appuntamenti di cartello, invece, ai mondiali indoor di Parigi (Francia) i colori gialloverdi furono rappresentati dai finanzieri Antonio Ullo, semifinalista nei 60m, Pierfrancesco Pavoni, che sempre nei 60m non superò la batteria, Alberto Corvo, nei 1500m si piazzò sesto col tempo di 3’45”46, ed infine da Luigi Bertocchi, semifinalista nei 60hs. Agli Europei indoor di Atene Ullo, dopo l’argento dell’anno prima, scese dal podio e si piazzò quarto sempre nei 60m col tempo di 6”66, mentre Pavoni si fermò in semifinale nella stessa distanza. Nulla da fare per Bertocchi che non andò oltre la batteria nei 60hs. Sul podio salì, invece, Salvatore Nicosia che, alle Universiadi giapponesi di Kobe, con 2h21’09”, vinse l’argento nella maratona e si piazzò quarto nei 10000m dopo averli corsi in 29’21”75. Nella Coppa Europa, svoltasi a Mosca, Antonio Ullo prima vinse il bronzo nella 4x100m e poi si piazzò sesto nei 100m, mentre Pavoni fu 5° nei 400m e settimo nella 4x400m. In ambito italiano, invece, l’atletica Fiamme Gialle vinse i titoli italiani assoluti con Orlando Bianchini, nel lancio del martello con la misura di metri 75.22m, e con Salvatore Nicosia nei 10000m col tempo di 28’52”79. Nicosia partecipò anche alle Universiadi di Kobe (Giappone) dove vinse la medaglia d’argento nella maratona.
La squadra gialloverde di judo, da par suo, vinse la prima medaglia di bronzo nella Coppa Europa Intersport per Club. Fu questa la prima medaglia di bronzo della storia sportiva del judo Fiamme Gialle, una medaglia che verrà riconfermata, nella stessa competizione, negli anni 1988, 1989 e 1990 ed alle vittorie della squadra maschile farà eco, nel 2003, anche quella vinta dalla squadra femminile. Questo fu anche l’anno dei mondiali militari di Riccione, durante il quale il judo Fiamme Gialle vinse l’oro nei -78kg, con Daniele Bertini, e nei -95kg, con Mario Vecchi; a queste due medaglie d’oro bisogna aggiungere anche l’argento conquistato da Mario Daminelli (+95 kg) il bronzo vinto da Bruno Beniamini (-60 kg). Bertini e Daminelli, insieme a Bruno Beniamini e Mario Vecchi, conquistarono pure l’argento a squadre.
Agli Europei di nuoto, svoltisi Sofia, in Bulgaria, la squadra italiana in pieno rinnovo, anche se I risultati non furono brillanti, raggiunse 19 finali e conquistò una sola medaglia strappata con la forza della disperazione nell'ultima gara dalla staffetta 4x100 mista maschile. La formazione schierata era composta da Mauro Marini, Gianni Minervini, Fabrizio Rampazzo e dal finanziere Andrea Ceccarini il quale, come ultimo frazionista, diete la zampata finale e raggiunse il podio.
Fu anche l’anno in cui arrivò, per la canoa, la tanto sospirata e rincorsa medaglia a livello mondiale grazie al finanziere Francesco Uberti ed al poliziotto Daniele Scarpa. Una medaglia che coincise pure con l’inizio della fortunata era tecnica di Oreste Perri. Con Perri, infatti, iniziarono gli allenamenti collegiali a Sabaudia, presso il Gruppo Remiero Fiamme Gialle, con l’ausilio tecnico di Giampaolo Tronchin ed al culmine della stagione agonistica la squadra azzurra partecipò al mondiale, che si svolse in Belgio, a Hazewinkel, ed i “soliti” Uberti e Scarpa vinsero la storica medaglia di bronzo al termine della finale del K2 10000 metri. Gli azzurri riuscirono ad incalzare sia svedesi che ungheresi in un pressing che li porterà sul podio: il risultato vedrà la Svezia vincere l’oro (40’40”71), l’Ungheria l’argento (40’45”50) e l’Italia il bronzo (40’55”73). Una medaglia che fu la prima della conduzione tecnica gialloverde affidata a Giampaolo Tronchin – durante il 1985, ad affiancare il “Tronco”, come era affettuosamente soprannominato Tronchin, arrivò Francesco Savoia, pugliese di Taranto, e finalista in diversi Campionati del Mondo Assoluti, e con numerosi titoli italiani vinti nelle varie imbarcazioni. A Savoia, come aiuto allenatore, gli sarà affidata la Sezione Giovanile al posto di Massimo Santoni il che fece profilare, quindi, anche un nuovo corso per le Sezioni Giovanili che porterà alla scoperta di tanti giovani atleti –.
Sempre in Belgio, e sullo stesso bacino di Hazewinkel, anche il canottaggio disputò i mondiali assoluti e l’Italia vinse la medaglia d’argento nell’otto. Fu la prima medaglia mondiale vinta dall’ammiraglia che era formata, per cinque noni, da atleti delle Fiamme Gialle: Maurizio Donà, Alfredo Bollati, Antonio Maurogiovanni, Annibale Venier e Siro Meli (quest’ultimo come timoniere nello stesso mondiale vinse pure l’argento nel “quattro con”. Meli è stato, dopo il timoniere dei mitici fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale, Giuseppe Di Capua, il più grande timoniere che il canottaggio abbia mai avuto). A queste medaglie si aggiunse anche quella vinta nel “quattro di coppia” in Coppa Europa, a Banyoles (Spagna), dal finanziere Patrizio Corona.
Il 1985 fu anche l’anno dei II Giochi mondiali di Karate, chiamati World Games, che debuttarono nel 1981 (i Giochi si svolgono ogni quattro anni, l’anno successivo lo svolgimento delle Olimpiadi Estive). I World Games sono una manifestazione sportiva che comprende competizioni di molte discipline atletiche non inserite nel programma dei Giochi Olimpici, tra cui il karate, e vengono organizzati e gestiti dall'International Wolrd Games Association (IWGA), sotto il patrocinio del CIO. Alla seconda edizione dei World Games, disputatisi a Londra, partecipò anche il finanziere Massimo Di Luigi che vinse la medaglia di bronzo nella categoria dei +80km.