Un aspetto particolare del soccorso in montagna è rappresentato dal servizio che il S.A.G.F. svolge con l'ausilio delle unità cinofile.

Già dall'ottobre del 1965, con l'avvio dell'attività di soccorso del Corpo, l'utilizzo di cani da valanga ha rappresentato un complemento di notevole rilievo per le originarie 11 stazioni S.A.G.F.: era presente un'unità cinofila per ciascuna Stazione, fatta eccezione per quella di Predazzo-Passo Rolle, dove ne operavano due e si era provveduto all'addestramento dei primi cani da valanga.

Le unità cinofile da soccorso

La necessità di disporre di cani addestrati per la ricerca di persone disperse in valanga era già emersa precedentemente all'istituzione del S.A.G.F., ed in particolare in occasione della ricerca di due turisti travolti da una slavina mentre scendevano dalla Cima Litegosa nel Gruppo dei Lagorai. I militari della Scuola Alpina erano intervenuti effettuando ricerche con le tradizionali sonde, ma dopo il ritrovamento della prima salma, inutili erano state le ricerche della seconda effettuate anche nei giorni successivi.

Su impulso dell'allora Comandante della Scuola Alpina, Magg. Fausto Musto, fu chiesto l'intervento del signor Fritz Reinstadler di Solda, direttore della scuola provinciale cani da valanga per la provincia di Bolzano, istituto al quale la Guardia di Finanza aveva donato quattro cani riformati dal servizio anticontrabbando.

Uno di questi, il cane BELL, era stato appunto addestrato per le ricerche in neve dal signor Reinstadler. L'intervento dell'unità cinofila si concludeva in breve tempo con il ritrovamento della salma del secondo turista. Il risultato conseguito mediante l'ausilio di un cane da valanga testimoniava le potenzialità delle unità cinofile nel particolare comparto del soccorso alpino rendeva evidente la necessità di un addestramento mirato che la Guardia di Finanza di allora non poteva fornire per la mancata disponibilità di idonei istruttori.

In sostituzione del Maresciallo Maggiore, istruttore cinofilo, Giuseppe Rizzello, che aveva accompagnato a Passo Rolle le prime unità cinofile nel maggio del 1965, fu chiamato il Brigadiere Carlo Arici, già istruttore cinofilo presso il C.A.C. di Intimiano.

Dopo aver avviato contatti con il Capo delle Dogane Svizzere, Dottor Leonard Beeli, Arici fu invitato a frequentare ad Andermatt un corso per unità cinofile da valanga organizzato dalle Dogane Elvetiche che si svolse nel dicembre del 1965. Nel luglio del medesimo anno, Fritz Reinstadler fornì un libretto d'istruzioni per lo specifico addestramento che, opportunamente riprodotto a cura dell'Ufficio Stampa del Comando Generale, divenne il testo guida per l'addestramento dei cani del SAGF. Dal gennaio del 1966, cominciarono a svolgersi a Passo Rolle i primi corsi per l'addestramento di cani da valanga, che da allora si susseguirono con cadenza annuale.

Le unità cinofile da soccorso

A partire dal 1991, i cani del servizio di Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, prima impegnati solo per la ricerca in valanga, vengono addestrati anche per la ricerca in superficie su terreno vario.

Tra i vari metodi utilizzati per questo tipo di specializzazione, dopo alcune esperienze col sistema del "brinksel" (riporto), è stato individuato quello dell'abbaio, mediante il quale vengono effettuate delle ricerche su un ampio territorio e si addestra il cane a fermarsi e ad abbaiare all'atto del ritrovamento del figurante.

Le ricerche in superficie nei boschi o in zone accidentate si rivelano comunque molto impegnative e, nella maggior parte dei casi, si concludono anche dopo alcuni giorni, soprattutto per la vastità delle zone da perlustrare e per la mancanza di segnalazioni probanti.

Sulla scorta dell'esperienza maturata in questi anni e alla luce dell'ottimo rendimento dimostrato nell'attività di soccorso dalle unità cinofile "bivalenti", è stata positivamente valutata l'ipotesi, per alcuni soggetti caratterialmente dotati, di affrontare un terzo livello di specializzazione: la ricerca in "macerie". Ciò, al fine di corrispondere all'esigenza, fortemente sentita, di disporre di unità cinofile in caso di emergenze di protezione civile, sulla base peraltro delle esperienze maturate durante gli interventi in soccorso alle popolazioni colpite dai terremoti del Friuli (1976) e dell'Irpinia (1980). Il cane da macerie verrebbe impiegato anche nelle aree colpite da alluvioni, a seguito di crolli isolati di edifici per fughe di gas, per subsidenza da bradisismo o in aree interessate da frane.

Attualmente le unità cinofile del S.A.G.F. sono 60, distribuite tra le 29 Stazioni operanti.
Le Stazioni S.A.G.F., in tutti gli scenari, possono avvalersi, altresì, dell'ausilio delle unità cinofile sensibilizzate all'odore organico.


-

-

-

-

-

-

Questa pagina ti è stata utile?