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Biografia
Il 14° Comandante Generale del Corpo, Antonio Luigi Norcen, entrò a far parte dell'Esercito nel 1910. Nominato ufficiale d'Artiglieria da Montagna, partecipò, giovanissimo, alla guerra libica.
Durante il primo conflitto mondiale combatté sul fronte dell'Isonzo e sugli altipiani di Asiago e di Tonezza; fu ferito nel 1916 nella cruenta azione per la conquista del S. Michele del Carso e, nel novembre 1917, Capitano dello Stato Maggiore della 36^ Divisione di Fanteria sul fronte carnico, cadde prigioniero degli Austriaci durante l'epica resistenza della Divisione in Valle Arzino.
Nel dopoguerra fu istruttore per qualche tempo presso la Scuola d'Artiglieria di Nettuno, quindi prese parte quale esperto alle operazioni di smobilitazione dell'Aviazione militare italiana.
Seguiti i corsi di topografia e triangolazione presso l'Istituto Geografico Militare di Firenze, appartenne dal 1921 alla Commissione per la delimitazione del confine italo-austriaco.
Successivamente fu istruttore alla Scuola Allievi Ufficiali di Torino, finché frequentò brillantemente, dal 1924 in poi, la Scuola di Guerra. Fu quindi in servizio di Stato Maggiore presso il Corpo d'Armata di Udine e poi comandante del Gruppo "Udine" d'Artiglieria Alpina a Gorizia.
Dopo un nuovo periodo presso lo Stato Maggiore del Corpo d'Armata di Udine, frequentò nel 1933 l'Istituto Superiore di Guerra Marittima, ove rimase come insegnante d'arte militare terrestre.
Partecipò alla campagna etiopica quale Capo di Stato Maggiore della Divisione "Gran Sasso", assolvendo, dopo il rimpatrio, il compito di Sottocapo di Stato Maggiore presso i Comandi designati d'Armata di Bologna e Padova con delicati incarichi operativi.
Promosso Colonnello, fu assegnato al Comando del ricostituendo 5° Reggimento d'Artiglieria Alpina che tenne fino al 1939. Ebbe quindi la carica di Capo di Stato Maggiore del settore Alta Roja sul fronte francese finché, chiamato dalla fiducia del Duca d'Aosta, raggiunse Addis Abeba l'11 giugno 1940, ove si dedicò alla risoluzione dei difficili problemi logistici delle truppe operanti e della popolazione civile.
Partecipò all'eroica difesa dell'Ambra Alagi e fu prigioniero di guerra nei campi d'Africa e d'India. Rimpatriato nel 1945, assunse il comando della Divisione "Legnano" e, nel 1949, la direzione dell'Istituto Geografico Militare. Fu nominato quindi Presidente della Commissione per il confine italo-svizzero e della Commissione toponomastica italiana.
Promosso Generale di Corpo d'Armata, fu Presidente della Commissione consultiva militare unica per la concessione e la perdita delle decorazioni al valor militare e, più tardi, Comandante del Territorio Militare di Palermo, carica che lasciò per assumere nel 1952 quella di Comandante Generale della Guardia di Finanza, tenuta fino al maggio 1954.
E' decorato di tre promozioni per merito di guerra, di una Medaglia d'Argento e due di Bronzo al valor militare e della "Croix de guerre avec palmes". La sua opera per il Corpo fu dedicata al potenziamento dei mezzi e al miglioramento dei criteri di reclutamento, di addestramento e di impiego della forza.
Innovò sistemi e metodi di lotta, istituì nuovi fondamentali Servizi, come la "Stampa", "l'Informazione" e la "Statistica"; costituì i primi Reparti Cinofili per rafforzare la lotta al contrabbando; impostò l'organizzazione del "Servizio Aereo"; riorganizzò il Comando Generale; affrontò il grave problema di perequare la forza alle effettive esigenze di impiego; costituì il "Centro Meccanografico" e il "Gabinetto Microfotografico"; dotò di mezzi veloci da inseguimento i reparti terrestri e di radar le unità navali.
Tra le realizzazioni del periodo del suo comando è da ricordare la "Rivista Tecnico-Professionale e di Cultura", da lui ideata e voluta. Il periodo del suo comando, sebbene di non lunga durata, è stato indubbiamente tra i più efficaci per il migliore adeguamento della Guardia di Finanza ai fini economici e sociali che il Paese persegue.